Il Corridoio Vasariano ...... un'architettura voluta dal Principe!!!!!!!!
Domenica finalmente ho visitato il Corridoio Vasariano nel corso di una visita guidata. Costruito, per volere di Cosimo I nel 1565, in occasione delle nozze del figlio Francesco con Giovanna d’Austria; il duca pensò di celebrare la sua magnificenza e quella della sua città facendo realizzare da Giorgio Vasari un progetto straordinario: un corridoio che, passando sopra gli Uffizi, unisse il Palazzo della Signoria, sede del governo, a palazzo Pitti, residenza della famiglia. Il progetto doveva destare stupore e meraviglia sia nei sudditi che nei forestieri e manifestava palesemente il potere di Cosimo e il suo dominio sulla città. In ogni istante del giorno e della notte i fiorentini che transitavano nel centro politico della città sono consapevoli che dalle finestrelle quadrate sovrastanti le arcate sul lungarno o l'affaccio su Santa Felicita, oppure dagli oculi sopra ponte Vecchio, lo sguardo del principe è virtualmente appoggiato su di loro. La prima impressione è di accedere a un luogo speciale, aristocratico, segreto e anche un po’ misterioso. Per tre secoli il corridoio fu usato esclusivamente dai granduchi fiorentini. Nel 1866, quando Firenze fu capitale d’Italia, re Vittorio Emanuele II lo aprì al pubblico destinandolo all’esposizione di opere d’arte. Il corridoio contiene nella prima parte numerosi dipinti di scuole diverse, scuola napoletana, veneziana, fiorentina, ma anche moltissimi dipinti di autori stranieri. La seconda parte è senz'altro la più bella e contiene infatti la collezione di più di mille autoritratti di vari artisti collezionati dal cardinale Leopoldo de' Medici .
Cosí, camminando per il corridoio che passa sopra Ponte Vecchio, ci vengono svelati i volti dei grandi artisti del passato. Il primo che incontriamo è quello di Giorgio Vasari, artefice del corridoio e di Jacopo Chimenti, detto l’Empoli, che ritrae Sant’Eligio. Il santo, protettore degli orafi, è stato collocato all’inizio per ricordare le botteghe degli orafi fiorentini che sostituirono le botteghe dei macellai. Tra gli autoritratti del Cinquecento s’incontrano quelli di Baccio Bandinelli e Alessandro Allori e l’Empoli. Particolare il ritratto di Carlo Dolci che si ritrae mentre nella mano destra mostrava un altro suo autoritratto.
Quello che più mi ha colpito sono gli innumerevoli autoritratti di pittrici donne: ne porpongo alcuni giudicate voi!!!
Élisabeth-Louise Vigée-Le Brun pittrice francese, considerata una delle più grandi ritrattiste del suo tempo
Marietta Robusti, detta “la Tintoretta”, primogenita di Jacopo Robusti, il Tintoretto
Rosalba Carriera pittrice e ritrattista veneta
Giovanna Marmochini Cortesi pittrice e ritrattista, nota come Giovanna Fratellini
Veramente suggestiva questa passeggiata tra autoritratti ma una nota negativa però la voglio segnalare: un anonimo solaio contrassegnato da "orrende" plafoniere ci accompagna per tutto il percorso. Forse visto il luogo così suggestivo, viste le opere una maggiore attenzione all'illuminazione e ai corpi illuminanti si poteva dare!!!! Ma nonostante tutto grazie Principe che hai voluto questa architettura, grazie Leopoldo de' Medici che hai iniziato al collezione ma soprattutto grazie Andrea, la nostra guida, che con un ritmo incalzante e coinvolgente hai fatto godere di un tale spettacolo!!!!
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